Tradizioni nobiliari

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Investitura cavalleresca

Il Principe Edoardo investe un nuovo cavaliere
Il titolo di Cavaliere, contrariamente a quello di Barone, non è ereditario; ma molto spesso i figli di un Cavaliere lo diventano a propria volta. Fin da bambini compiono un lungo percorso: dapprima vengono inviati a servire in una famiglia nobile come Paggi, per apprendere l'umiltà e le maniere cortesi. Dopo qualche anno, da ragazzini, vengono presi al seguito di un Cavaliere, e come Scudieri si addestrano nell'uso di armi ed armature e perfezionano la loro istruzione. Alla fine, nel corso di una solenne cerimonia, preceduta da abluzioni rituali e alcune ore di meditazione o una notte di veglia, vengono investiti dal Barone loro signore, dal Vescovo se si tratta di un ordine ecclesiastico, da un inviato del Principe o più raramente dal Principe stesso. Costoro sono detti “Cavalieri di Sangue”, poiché sono entrati a far parte della cavalleria seguendo le orme paterne o la tradizione di famiglia.

Più rari sono invece i “Cavalieri di Ferro”, chiamati così perchè hanno conquistato il titolo sul campo, con il valore delle armi. Si tratta di uomini liberi, che hanno appreso l'uso delle armi come mercenari, miliziani o guardiacaccia, e che si sono distinti per coraggio, prodezza e spirito di sacrificio. Inutile dire che essere investito Cavaliere è un grandissimo onore per un libero.

Nei principati Tetradici l'investitura cavalleresca è accompagnata da un preciso cerimoniale religioso.

Omaggio

Tanto i Cavalieri quanto Baroni e, talvolta, uomini liberi, prestano un giuramento di fedeltà al Barone o al Principe: si dice che essi “rendono omaggio” al loro signore, diventano suoi uomini. L'omaggio è un'altra cerimonia solenne, solitamente pubblica, che avviene quando il feudo viene concesso, o rinnovato all'erede del precedente Barone dopo la sua morte, o ancora, quando il Cavaliere senza terre entra al servizio di un nobile, giurando di difenderlo e seguirlo in armi. L'uomo, inginocchiato, pone le sue mani tra quelle del suo signore, e manifesta la sua volontà di servirlo con un discorso di rito, che di solito termina con la frase “mio signore, voglio diventare un vostro uomo”. Nelle terre dove il Culto Tetradico è forte, a questa dichiarazione di intenti segue anche un giuramento religioso, che il vassallo compie ponendo la mano su un simbolo sacro o una reliquia.

Baciamano

Nelle Terre Spezzate il baciamano non è, come si potrebbe pensare, moderno, una forma di cavalleria tra un uomo e una donna, ma un segno di sottomissione che avviene a prescindere dal sesso. Dopo che il sottoposto si è rialzato dall'inchino, il superiore porge la mano con l'anello, simbolo del suo potere, da baciare. Questa forma di saluto viene effettuata solo quando c'è una forte e precisa sottomissione, in quanto sottolinea e rinnova l'omaggio: es. tra un Cavaliere e il suo signore, ma non tra un popolano e qualunque nobile.

Fanno eccezione le persone di livello sociale così alto che si suppone tutti siano loro sottomessi: un Principe, il Tetrarca, il Re possono quindi offrire la mano da baciare a chiunque. Ricevere l'anello da baciare rappresenta sia un onore, sia un impegno.